Terzo classificato ex aequo
Andrea Granchi
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I bozzetti, riferendosi a due opere separate, ma della stessa identica misura
e destinate a fronteggiarsi, sono stati concepiti in modo da essere legati da
un comune motivo iconico e stilistico sia pur radicalmente differenziato
nell’uno e nell’altro lavoro sia dal punto di vista cromatico - caratterizzato
da varietà di colori il primo bozzetto, pressoché giocato su un articolato
Bianco e Nero variato il secondo - sia dal punto di vista dei contenuti
e dei motivi rappresentati.
Le due opere sono quindi concepite, pur nelle loro intrinseche differenze,
in modo unitario e, affrontandosi e contrapponendosi, in realtà interagiscono
tra loro e risultano l’una indispensabile all’altra a formare
un’idea complessiva della grande, varia e inesauribile energia presente
nell’ambiente e nelle Comunità della Valle.
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Pannello di sinistra
Rappresenta il "Grande Vecchio ⁄ Grand Combin" che separa e
"ordina" il mondo aereo-liquido (verde azzurro a sinistra) e
quello minerale, irto di cime rocciose, a destra.
Il soggetto è giocato su una ricca gamma di colori (caldi a destra e
freddi a sinistra) e, sebbene basato su un fondo chiaro in cui prevale il bianco
(Il Grand Combin appunto con le sue cime innevate alluse dal grande e montuoso
cappello del gigante), contiene un articolato itinerario "in salita".
Numerose figure colorate - genti in movimento di ogni tempo e provenienza
scandite da colori vividi e differenziati - episodi (vi è anche un
combattimento di epoca romana, richiamo del famoso "balteo" in
bronzo dell’età degli Antonini del Museo Archeologico di Aosta)
e protagonisti piccoli e grandi che percorrono la strada alterna e zigzagante
alludendo alla crescita e al progressivo "cammino" dei paesi della
vallata.
Vi è anche qualche accenno alle architetture storiche della valle (che qui nel bozzetto figurano solo accennate): da Gignod, con la sua torre, a Echevennoz, da Allein a Chàteau Verdun, da Saint Rhémy en Bosses a Étroubles, i primi paesi che il forestiero o il pellegrino trovava quando scendeva in Italia dal passo del Gran San Bernardo, e ancora da Roisan a Valpelline con le loro chiese e la torre ottagonale di Oyace etc.. fino a citare anche i ponti in pietra di differenti epoche utilizzati dagli abitanti e dai viandanti ...citazioni che desideriamo peraltro mantenere schematiche senza scadere in descrizioni troppo dettagliate ma semmai preferendo richiamare o alludere alle forze enormi che prorompono e interagiscono nella valle: dallo scontro "regolato" di elementi naturali, al "moto perpetuo" del lento attraversamento della Valle del Grand Combin vista, nel suo insieme, come possente ma benigno e accogliente colosso "antico" in grado, coi suoi abitanti, di governare gli elementi talvolta ostili: poderoso bilanciere del mondo e dei suoi contrasti.
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